mercoledì 27 ottobre 2010

l'economia...

L’economia locale del Lussemburgo si appoggia sull’enorme attività finanziaria garantita dalle sue banche e in minoranza dalla grande produzione di acciaio (come abbiamo visto già precedentemente il sud della regione, la famosa Terre Rosse, è uno dei maggiori produttori di ferro e acciaio) dal terziario e l’agricoltura. Grazie alla sua straordinaria potenza economica il Granducato si pone come lo stato che possiede un prodotto interno lordo pro-capite più alto al mondo. Si uniscono a questi fattori dell’economia del paese anche il settore delle telecomunicazioni e delle piccole industrie.
La professione bancaria è appunto il settore più importante di tutta l’economia lussemburghese; l’opinione popolare del Granducato è quello di paradiso fiscale e quindi, per questo motivo del tutto non trascurabile, attrae verso di sé un enorme quantitativo di capitale e investitori provenienti da tutto il mondo. Il successo di questo ambiente bancario deriva da una mescolanza di fattori, prima di tutto da quello di un ambiente multilinguistico e multiculturale che permette una comunicazione fluida e anche comoda con molti investitori, secondo punto, forse più radicato nell’ottica tecnica, è quello del Segreto Finanziario. Esso vieta di rivelare dati bancari al mondo esterno, insomma, l’origine del quantitativo monetario non sembra interessare le banche lussemburghesi. Questo punto cruciale della ricchezza del paese (punto forte, perché ogni cliente desidera mantenere una propria riservatezza) non va molto a genio ai cittadini stessi poiché alimenta ulteriormente il deposito di denaro sporco e riciclato: nell’aria c’è il timore di andare incontro alla stessa crisi del Liechtestein.

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